Un episodio depressivo viene, in genere, sollecitato da un evento negativo, come, ad esempio, la morte di un affetto, la fine di una relazione significativa, la perdita del lavoro. Se dovessimo usare i termini di Skinner, potremmo dire che viene a mancare nella vita di una persona un rinforzo positivo.
Dopo una perdita importante, un’esperienza negativa, traumatica o dolorosa è comunque normale sentirsi particolarmente tristi. In realtà, questa emozione è costruttiva, perchè aiuta l’individuo, in un primo momento, all’accettazione della perdita stessa e, in un secondo momento, al naturale disinvestimento emotivo.
Tuttavia, se questo stato emotivo si generalizza in modo spopositato, si aggrava, perdura per diverse settimane, provocando delle profonde ripercussioni nelle relazioni, nei comportamenti o nella abitudini di vita, è opportuno chiedere l’aiuto di uno specialista, in quanto ci si potrebbe trovare in uno stato depressivo.
La depressione, quindi, si caratterizza come uno stato emotivo cronico caratterizzato principalmente da tristezza e senso di colpa.
Associato ad esso, vi è riduzione degli interessi, inattività, senso di solitudine o di abbandono, incapacità di provare piacere o gioia, difficoltà nel prendere delle decisioni, perdita di prospettive per il futuro, incapacità di dare un senso al presente, valutazione negativa di se stessi e del passato.
Secondo il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi mentali – DSM IV, i principali sintomi che connotano questo disturbo sono:
- Tono dell’umore basso: per la maggior parte del tempo, la persona si sente vuota e scoraggiata, è depressa e triste. Potrebbe piangere molto, anche per un nonnulla, oppure potrebbe non riuscire a piangere. Un altro sintomo è l’irritabilità, presente soprattutto nei bambini e negli adolescenti.
- Perdita di interessi per le attività preferite: si ha una perdita di piacere nella vita. L’individuo si deve quasi costringere a svolgere cose che prima lo appassionavano moltissimo. In alcuni casi può anche svilupparsi una perdita di interesse per la vita sessuale.
- Cambiamenti nell’appetito: in genere, si ha una perdita dell’appettito. Anche in questo caso, la persona deve compiere uno sforzo per mangiare. Spesso questo sintomo è accompagnato da una perdita di peso. A volte, però, potrebbe presntarsi anche un aumento dell’appettito, quando si è depressi. L’individuo, infatti, potrebbe utilizzare il cibo come fonte di conforto, quasi per riempire il vuoto che sentono, con un aumento ponderale significativo.
- Alterazioni del sonno: la persona depressa può dormire molto meno, oppure molto di più, può svegliarsi spesso nel corso della notte faticando a riaddormentarsi o, ancora, può dormire lo stesso quantitativo di ore, ma non si sente riposata al suo risveglio.
- Agitazione o rallentamento psicomotorio: il corpo, la mente, il modo di parlare e di pensare possono andare troppo veloci o, viceversa, troppo lenti. Ci si può sentire agitati o affaticati.
- Perdita di energia: quando si è depressi, tutto sembra complicato. Anche piccoli e semplici compiti vengono vissuti come dei grandi carichi. Nei casi più gravi, anche naturali routine quotidiniane, come alzarsi dal letto, lavarsi, pettinarsi, vestirsi sembrano troppo difficili.
- Sentimenti di mancanza di valore: ci si sente senza valore, inutili. L’autostima è bassa. Si può arrivare perfino a provare odio per se stessi.
- Difficoltà nel pensare: pensare, concentrarsi, prendere decisioni sono abilità che, in uno stato depressivo, perdono di qualità. Queste capacità sono diminuite.
- Ideazione suicidaria: la disperazione, il senso di colpa e di inutilità possono portare l’individuo a pensare in modo particolarmente intenso che la vita non sia bella e che non valga la pena vivere.
La depressione è una patologia che colpisce circa il 15% della popolazione mondiale e permane per molti anni, se non adeguatamente trattata.
Dagli studi scientifici emerge che, allo stato attuale, le cure più efficaci per la depressione sono la psicoterapia cognitivo-comportamentale ed il il trattamento farmacologico, cruciale soprattutto nei casi in cui il disturbo è presente in forma grave.
Le psicoterapie e i trattamenti combinati (psicoterapia associata alla farmacoterapia), risultano essere più efficaci nella prevenzione delle ricadute rispetto al solo trattamento farmacologico.